Ciò che siamo ha molte facce, ma queste facce non sono ciò che siamo” (C.J Beck)

Ecco alcuni consigli per imparare a gestire i conflitti, evitando di arrabbiarsi troppo e di entrare in un “braccio di ferro”

Ristrutturare in positivo – far sapere che il comportamento disturbante o capriccioso non è frutto di “cattiveria” o “negligenza”, ma può essere comprensibile, o addirittura può essere un gesto di generosità,  predispone al dialogo.. Per fare un esempio, sappiamo tutti che fumare fa male, eppure molte persone non riescono a smettere. Iniziare il nostro discorso con un rimprovero, non fa che allontanare la persona che abbiamo di fronte, invece di farle cambiare comportamento. Invece, iniziare a parlare dicendo”lo so che stai affrontando un grosso stress e capisco che fumare ti aiuta a distendere i nervi e a non caricare gli altri dei tuoi problemi…” permette alla persone di aprirsi senza sentirsi giudicate o incapaci, sensazione che nessuno vuole provare!

Milton Erickson sosteneva che le persone agiscono al meglio di ciò che possono fare, il problema risiede invece in un repertorio limitato di strategie:  piuttosto che svalutare un bambino etichettandolo come cattivo o sbagliato può essere utile dare al comportamento una valenza positiva, verrà quindi a cadere il valore oppositivo del sintomo o della condotta e si troverà lo spazio per una nuova strategia comportamentale.
Legittimare il comportamento disturbante che è sentito come impellente o non controllabile; tic, iperfagia, ansia, compulsioni, vengono vissute come fuori dal controllo. La frustrazione per la incapacità di controllare alcune manifestazioni fa sentire incapaci, colpevolizza e abbassa il senso di auto-efficacia. Permettere a se stessi di cedere al sintomo, ripristina il senso di controllo e ne riduce spesso la frequenza e l’intensità.
Fornire una doppia scelta o dare alternativa di scelta costringe a considerare percorsi comportamentali alternativi al proprio; ciò apre possibilità comportamentali inesplorate e riduce il conflitto. La persona sente di essere protagonista del cambiamento che, di solito, persegue in modo semplice ed efficace.