"L'approccio strategico nell'ambito della psicoterapia può essere definito come l'arte di risolvere complicati problemi umani mediante soluzioni apparentemente semplici" G. Nardone

Autore: dr.ssa Maria Chiara Pagnottelli (Pagina 1 di 10)

Laureata con lode alla facoltà di psicologia de "La Sapienza" in Roma nel 2001
Specializzata in Psicoterapia breve ad approccio strategico presso ISP di Roma, nel 2013.
Ha conseguito un master in psicologia giuridica presso l'ISP di Roma nel 2012
E' master practitioner di PNL dal 2019
Lavora presso il proprio studio privato come psicologo evolutivo e psicoterapeuta

Stili educativi

Ognuno di noi ha imparato a guardare il mondo attraverso gli occhi dei propri genitori, prima di crescere e acquistare la propria unica prospettiva; i bambini non hanno regole morali proprie.
Il bambino piccolo infatti capisce dal rimprovero o dal sorriso se ha fatto qualcosa di bello o brutto; ha quindi bisogno di un adulto che lo guidi in ciò che è bene e ciò che è male, per diventare autonomo.
Non  tutti  gli adulti hanno la stessa idea di cosa è bene e cosa è male, di cosa fa arrabbiare e di cosa rende felici .Talvolta all’interno della famiglia ci sono adulti  severi e altri molto  permissivi: ciò non è solo legato ai ruoli familiari o al carattere personale , ma talvolta può dipendere da un gioco delle parti, che produce alleanze con i bambini, contro un nonno o un genitore:il rapporto col bambino in questi casi serve per esercitare un potere contro un altro adulto .
I modelli di comportamento forniti possono allora essere anche molto discordanti o inconciliabili.
Gli stili educativi (Hoffman) si snodano su due dimensioni :
  • permissività versus severità
  • ostilità  versus sollecitudine.

Ne emergono 4 stili educativi:

Stili costrittivi
 Stile costrittivo basato sul potere fisico
Prevede l’uso di punizioni corporali o privazione di attività piacevoli
• Sanziona con punizioni le trasgressioni
• Crea obbedienza basata sulla paura delle punizioni
• È efficace per inibire i comportamenti
• Rende più lenta l’acquisizione di una morale autonoma
• Rende più desiderabile il comportamento proibito perché percepito come trasgressivo
 
 Stile costrittivo basato sulla sottrazione d’affetto

 

•Prevede l’uso di minacce di abbandono , di perdita di l’affetto o (finta) indifferenza dei tentativi di riconciliazione
da parte bambino
• Crea repressione dei sentimenti di ostilità verso gli adulti
•Mostra rapidi risultati nel controllo degli impulsi
• Predispone maggiormente a disturbi d’ansia o dipendenza
• Interiorizza norme ma anche senso di colpa
Stili persuasivi 
 Stile persuasivo razionale
  • Spiega i comportamenti negativi e aiuta la costruzione di norme morali
  • risulta lento nella acquisizione dei comportamenti
  • richiede un certo grado di maturazione cognitiva del bambino.
  • non aiuta l’elaborazione e  l’espressione delle emozioni
Stile persuasivo emotivo
  • fa appello alle emozioni degli altri
  • deve essere realizzato all’interno di una relazione interpersonale forte
  • risulta lento ma favorisce il controllo delle reazioni emotive.
Raramente i genitori si avvalgono rigidamente di un unico stile educativo. Più spesso tutti gli stili caratterizzano le strategie educative di ogni genitore ; alcuni genitori ad esempio  hanno regole rigide per l’ordine, la pulizia corporale ma meno per l’alimentazione o l’acquisto di giocattoli o dolci. Ciò fa parte della natura umana e trasmette la cultura famigliare; crea anche un senso di appartenenza che viene vissuto come “normalità”. Ciò che risulta problematico invece è l’utilizzo incoerente dello stile educativo, di fronte alla stessa regola: ad esempio un genitore potrebbe concedere al figlio di non  mangiare le verdure alcuni giorni, ad esempio la domenica durante il pranzo con i nonni, mentre potrebbe essere obbligato durante la settimana, quando cena da solo col padre o la madre.   Si intuisce allora che il bambino, di fronte alla incoerenza sia confuso oppure cerchi di sfruttare la situazione per “piantare un capriccio” evitando magari di mangiare le odiate verdure! Se il capriccio ha la meglio è probabile che si ripeta ancora , magari esteso anche ad altri contesti.  Ad esempio, un genitore estenuato dai capricci acconsente all’acquisto di un giocattolo al supermercato, consolidando così il comportamento fastidioso.
Questa dinamica avviene spesso in situazioni imbarazzanti o conflittuali, quando l’adulto percepisce come più pericoloso il capriccio, rispetto all’obiettivo educativo.
Alcune volte gli interventi educativi non vengono accettati perché ritenuti inadatti: il bambino percepisce come
“stonato” l’intervento, rispetto al comportamento solito o al carattere del genitore

coppia

C’era una volta una coppia di anziani signori,arrivati insieme all’età della saggezza amandosi in modo sincero e generoso. Lui confida a lei ” sai cara, per tutta la vita ho mangiato volentieri la mollica del pane, pur preferendo la crosta croccante, perché vedevo che tu  gradivi quest’ultima ed ero lieto del mio dono d’amore” lei sorpresa rispose:”in verità, mio tesoro, ho sempre mangiato di buon grado la crosta del pane, pur amando la mollica, più morbida, perché vedevo che tu sceglievi spesso la seconda, ed ero lieta di farti felice”

La condivisione della vita con un partner è un progetto importante è delicato che incontra naturalmente ostacoli e difficoltà piccole e grandi. Alcuni eventi della vita sono attesi e , talvolta  desiderati come la nascita, crescita e svincolo dei figli,  carriere molto soddisfacenti ma impegnative .e stressanti,   pensionamenti, invecchiamento; altri sono invece inattesi o non voluti, come lutti, licenziamenti, crisi economiche, problemi  di salute. A causa di questi eventi gli equilibri della coppia cambiano, aprendo un crisi che può essere più o meno intensa.

  • l’innamoramento,  l’amore e la formazione della coppia: sebbene sia il momento di maggiore facilità e serenità di un coppia, l’innamoramento rappresenta un cambiamento radicale rispetto alle proprie abitudini di vita, la coppia forma un nuovo nucleo con una propria storia comune , derivata dalle precedenti storie familiari, dense di valori, abitudini, culture e soprattutto ruoli sociali. I partner devono costruire nuove abitudini in cui ci siamo momenti i crescita individuali, professionali e ricreativi, momenti dedicati alla coppia e infine occasioni di condivisione con le famiglie di origine.
  • ciclo vitale della coppia: dopo la formazione la coppia in genere affronta alcune fasi: uscita dalle famiglie di origine e formazione della.famiglia, nascita, crescita e adolescenza dei figli, attività sociale e pensionamento,invecchiamento , malattia e perdita del partner. Alcune coppie affrontano molte difficoltà come perdita o malattia di un figlio, licenziamenti e crisi economiche, disabilità che modificano anche radicalmente il progetto di vita originario.
  • crisi di coppia e genitorialità: sia gli eventi attesi che quelli imprevedibili possono sconvolgere.gli equilibri della coppia in modo marcato aprendo una crisi famigliare. Spesso le prime crisi compaiono con la.nascita dei figli, quando la libertà personale, più frequentemente della madre, viene limitata e l’intimità della coppia si riduce fino, talvolta a perdersi.

Alcune coppie resistono, innamorate, a decenni di vita insieme, altre si perdono dopo pochi anni: alcune volte le persone non avevano un reale progetto comune, ma talvolta le coppie , pur amandosi profondamente , non imparano a discutere in.modo costruttivo, temendo che il conflitto possa essere distruttivo. In realtà il silenzio passivo impedisce all’altro di conoscere i reali bisogni e soprattutto le risorse della coppia per fronteggiare le difficoltà della vita.

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